COVID-19: per ripartire, serve in primis ammettere il fallimento

COVID-19: per ripartire, serve in primis ammettere il fallimento

Ci insegnano fin da bambini che per crescere, progredire, il primo, necessario passo è riconoscere un errore.
E se gli errori sono molti, troppi, saper prendere atto del proprio fallimento.

Quindi, dato che alla fine della fiera l’unica è #iorestoacasa, e OK, ci resto (anche perché me lo posso permettere), con l’idea fissa che il prezzo che pagheremo sia stato calcolato gran male, ricapitolo.
* Si è affrontato il rischio pandemico con un ritardo di varie settimane, ignorando praticamente tutte le linee guida ufficiali presenti in documenti cruciali quali il “Piano pandemia” nazionale stilato circa quindici anni fa.
 
* Non si è definita alcuna metodica unitaria nello screening, nella comunicazione dei dati, nelle modalità statistiche.
 
* Non si sono stabilite gerarchie decisionali ferree né, tanto meno, comunicative (costanti e letali i leak), con decine di figure istituzionali protagoniste di altrettante affermazioni in reciproca contraddizione – spesso anche con se stesse, a distanza di poche ore.
 
* Non si sono fatte previsioni sui tempi, anzi sì, anzi no, anzi sì – per non parlare del famigerato ‘picco’, che ‘picco’ in soldoni manco è, bensì plateau, ma in realtà si comporta come Godot, tanto fa rima – e comunque poi si è deciso di navigare a vista, lanciando date come fosse la tombola, senza manco un abbozzo di progetto comune, organico, relativo alla gestione successiva alla crisi.
 
* Il sistema sanitario è andato praticamente subito al collasso grazie alle sciagurate scelte politiche incentrate su tagli e svilimento degli ultimi vent’anni – condivise sostanzialmente in modo bipartisan, finalmente qualcosa che unisce! – mostrandosi completamente inadatto a reggere l’urto di un’emergenza se non al costo di un numero enorme di difficoltà e morti. Dai, l’incendio è domato, in fondo è solo bruciata la casa.
 
* Si sono fatti uscire decreti modificati ogni 24 ore con diecimila patch, aggiustamenti, correzioni di tiro, con una frenesia completamente acefala, comunicando le decisioni via via in modo più tardivo e sciagurato, utile forse a ottenere maggior disponibilità della cittadinanza sul breve, ma alimentando così un’incertezza tale che la popolazione si riduce poi a credere ancor più del solito a OGNI fake news, voce di corridoio, sparata – sì, tipo quella di Borrelli.
 
* Ma, soprattutto, si è detto che “la strada è quella giusta” e “stiamo riuscendo a risolvere il problema” quando l’epidemia, in soldoni, si è contrastata in un modo elementare: per evitare i contagi, niente più contatti. Di alcun tipo. Questo non significa ‘risolvere’, ma ‘evitare’ un problema, arrendersi a esso: come se un tecnico informatico alla mia richiesta di risolvere un errore critico di Windows 10 mi dicesse “OK, tu non accendere più il computer, poi ti faccio sapere”.
Quando?
Non si sa. Ti chiamo, ti faccio sapere io!
Ti avviso io, riprova la prossima settimana.
Forse quando esce il prossimo Windows.
Magari non c’era soluzione, ma non è che possa dare un premio al tecnico. E magari mi conveniva saperlo subito, così intanto mi organizzavo alternativamente.
 
Sì, insomma, dalla crisi usciremo.
Sopravvivremo, ci adatteremo, figuriamoci: in fondo l’umanità non finisce certo qui, muta, prosegue.
Ma siccome questa è un’ovvietà, una tautologia, ce la facciamo, per una volta, a parlare di FALLIMENTO?
 
Fallimento dei nostri governi, delle nostre classi politiche, ma anche del processo con cui esse si generano e si affermano, si costruiscono e operano.
Fallimento del sistema cui ci siamo consegnati ciecamente, cui ci siamo adeguati, che abbiamo ritenuto essere unico.
Fallimento, forse, della nostra stessa prospettiva sul mondo.
Ecco, sì, parliamone.
Questa pandemia smaschera, ineluttabilmente, un fallimento.
 
NOTE:
Il piano pandemia lo trovate qui:
 
http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_501_allegato.pdf
 
Qui invece due interessantissimi articoli che analizzano, specie il primo, le gravi manchevolezze dell’agire politico:
 
https://www.wittgenstein.it/2020/04/03/il-progetto-tanta-pazienza/
 
https://www.huffingtonpost.it/entry/la-confusione-sotto-il-plateau_it_5e8790cfc5b609ebfff1113a

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